Numero 9

ULULATI DI GUERRA - Parte 5

di Carlo Monni
con il contributo di Mickey

(da un’idea di Andrea Garagiola)

 

 

Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. in volo sopra New York City. Ammettiamolo: la situazione non era delle più rosee per il vostro Jonathan Juniper. Come dite? Come posso essere Jonathan “Junior” Juniper quando lui è morto nel 1942? Ok lo ammetto: non sono davvero lui ma un suo clone leggermente più vecchio di quanto non fosse l’originale al momento della sua morte.

Che ci crediate o no, il vero Juniper fu clonato dal famigerato Dottor Zemo[1] grazie ad alcuni campioni di sangue recuperati nel luogo della mia, voglio dire la sua, uccisione in Germania.[2]

         Cosa lui ed il suo mandante, l’infame Teschio Rosso, avessero intenzione di fare con me ed altri soldati clonati, non l’ho mai saputo, le sorti della guerra impedirono loro di andare avanti col progetto. Il sottoscritto rimase dormiente per diversi anni, poi nel 1953, in quella che allora era chiamata Berlino Est, una pattuglia sovietica s’imbatté per puro caso nel laboratorio nascosto dov’ero custodito. I servizi segreti sovietici si interessarono subito alla cosa cercando un modo di sfruttarla. Per qualche motivo non fecero nulla ed alla fine la palla passò al governo della nuova Federazione Russa il cui servizio segreto militare diede il via ad un’operazione di sostituzione di figure chiave della politica e dell’economia di vari paesi.

Avrebbe potuto essere un gran bel piano se il sottoscritto non fosse sfuggito alla loro custodia e non si fosse rivolto allo S.H.I.E.L.D. in cerca di aiuto.

Per mia fortuna Nick Fury mi ha creduto e mi ha affidato un compito importante: scovare i cloni e neutralizzarli in modo rapido, efficiente e soprattutto segreto. La cosa era resa facile dal fatto che nel mio cervello era stata, per qualche oscuro motivo, impiantata la lista dei cloni.

Per l’eliminazione mi sono rivolto ad alcuni, chiamiamoli così, operativi esterni allo S.H.I.E.L.D., gente non collegabile all’agenzia e decisamente fuori dall’ordinario: una supercriminale lesbica che avrebbe visto volentieri morti tutti i maschi del pianeta, non a caso si faceva chiamare Man-Killer; un’avventuriera mutante col potere di avere fortuna il cui nome in codice era Domino; un gorilla parlante immortale… sì, ho detto proprio un gorilla parlante immortale, ma ne riparliamo più tardi… e il mio asso nella manica ovvero un mutante col potere del teletrasporto che viaggiava sotto il nome appropriato di Svanitore, un potere che, grazie a delle nanomacchine iniettate nel suo organismo per ovvi motivi di sicurezza, ora poteva usare solo se si trovava entro una certa distanza dal sottoscritto. Grazie a lui, io ed il resto della squadra potevamo andare praticamente dovunque.

Le cose si sono complicate quando è saltato fuori che il Generale russo Fyodor Shelkov, responsabile del progetto cloni, era lui stesso un clone. Qualcuno era subentrato ai Russi nell’operazione senza che loro nemmeno se ne accorgessero e questo qualcuno aveva immesso in circolazione degli altri cloni di cui non sapevamo nulla. Il che ci riporta alla mia presente situazione non proprio rosea.

Normalmente trovarmi davanti la Contessa Valentina Allegra De La Fontaine completamente nuda avrebbe provocato in me reazioni decisamente piacevoli ma queste non erano circostanze normali e lei non era davvero Valentina ma un suo clone ed era decisa ad uccidermi perché l’avevo appena scoperto. Non sono bravo a fingere: le è bastato guardarmi negli occhi quando mi ha trovato nel suo alloggio privato dopo essere appena uscita dalla doccia per capire che sapevo tutto.

-Avanti, tesoro... Spara.- mi disse in tono di sfida muovendosi lentamente verso di me.

Sapeva anche meglio di me che non avrei fatto fuoco. Non avevo ancora maturato l’istinto del killer e lei era la donna con cui di recente avevo diviso momenti di intimità. La mia parte razionale mi diceva che lei era pericolosa anche nuda e disarmata ma io non le davo ascolto.

-Valentina…- fu tutto quello che riuscii a dire.

- Sai cosa sono... io so cosa sei.- aggiunse lei.

Ormai era vicina a me, la canna della mia pistola le sfiorava la fronte.

-Quando sei entrato qui dentro, armato, i miei protocolli di sicurezza si sono attivati e ho saputo tutto quello che dovevo sapere. Lo sai bene che da questa stanza uscirà solo uno di noi due vivo. Ma c'è una piccola differenza: io ho preso coscienza di ciò che sono e non mi interessa ciò che mi accadrà. Tu, invece...–

-Piantala!-

Chiusi gli occhi, dovevo prendere velocemente una decisione ma non mi risolvevo a farlo.

-Spara, avanti!- mi incitò ancora Valentina. Come ho già detto, sapeva meglio di me che non l’avrei fatto e aveva ragione, purtroppo.

Feci qualche passo indietro e abbassai lentamente la pistola. Dall'auricolare mi arrivava la voce dello Svanitore che blaterava qualcosa sul fatto di uscire subito dalla stanza o liberarlo dal collare che lo teneva legato a me. Non avevo tempo per lui. Aprii gli occhi giusto in tempo per scorgere Valentina che aveva afferrato con le dita dei piedi un coltello che avevo fatto cadere dalla sua scrivania. Non si era avvicinata a me solo per sfidarmi, ma voleva quel coltello, lo voleva per sgozzarmi. Con un’incredibile mossa acrobatica fece saltare nell’aria il pugnale e l’afferrò al volo.

Non avevo più tempo per pensare. Non esitai più e feci fuoco. Valentina fu lanciata indietro violentemente mentre un fiore rosso si apriva all’altezza del suo bel seno, sbatté contro una parete e ricadde in avanti. Ero stato troppo lento però, lei aveva fatto in tempo a lanciarmi il pugnale che ora era conficcato nella mia spalla destra.

Strinsi i denti e gridai al laringofono:

-Svanitore, portami via. Adesso!-

         Udii una specie di ZAP ed accanto a me apparve Telford Porter alias lo Svanitore.

Lo avevo detto già prima che dovevamo andarcene.- borbottò, poi guardò il cadavere a terra ed aggiunse -E così l’hai fatta secca. Non credevo che ne avresti avuto il fegato.-

-O me o lei.- ribattei toccandomi la spalla ferita -Ora andiamo. Tra poco questo posto brulicherà di gente e non credo che prenderebbero per buone le mie spiegazioni.-

         Lo Svanitore storse la bocca e mi afferrò il polso. Un attimo dopo udii l’ormai familiare ZAP e svanimmo.

 

            Appartamento di Nick Fury, Manhattan, New York. Accadeva di rado, almeno ultimamente, che il Direttore dello S.H.I.E.L.D. trascorresse la notte nel suo letto.

I suoi doveri gli facevano passare quasi tutto il suo tempo sull’Elivelivolo e momenti di vita normale erano decisamente i benvenuti, specie quel che stava facendo adesso assieme alla donna bionda nel letto con lui.

            Quando il suo cellulare squillò, Nick non fu affatto sorpreso, le minacce alla pace mondiale raramente colpiscono in orario d’ufficio, ma non si aspettava quel che sentì non appena rispose mandando contemporaneamente una colorita maledizione a chi aveva scelto proprio quel momento per chiamarlo.

-Cosa?- esclamò -Ne siete sicuri? Capisco. Arrivo immediatamente.-

-Che sta succedendo Nick?- gli chiese la giovane donna che era con lui.

-Hanno ucciso Val… la Contessa.- rispose Nick in tono cupo.

Laura Brown non era sicura di cosa dire. Sapeva bene cos’erano stati Nick e Valentina De La Fontaine per lungo tempo e poteva capire cosa stava provando lui. Con affetto gli sfiorò una spalla.

Nick non stette troppo a riflettere: balzò giù dal letto e cominciò a vestirsi. Laura stava per imitarlo quando improvvisamente apparvero dal nulla due uomini: uno alto, segaligno e completamente calvo che indossava una calzamaglia nera, l’altro era un giovanotto biondo con l’aria del bravo ragazzo e un coltello conficcato nella spalla destra.

-Junior!- esclamò, sorpreso Fury.

-Nick…- disse a fatica il giovane biondo -Ho bisogno di aiuto.-

            Non aggiunse altro e svenne.

 

            Elivelivolo dello S.H.I.E.L.D. in volo sopra New York City. Dum Dum Dugan aveva l’aria decisamente seccata e preoccupata al tempo stesso: Un omicidio a bordo di uno dei luoghi più sicuri e sorvegliati del Mondo non era cosa da poco. Osservò portar via il cadavere della sua vecchia amica e per l’ennesima volta si chiese cosa fosse successo.

            Il suo cellulare squillò e lui rispose prontamente:

-Nick, dove cavolo sei finito? Ti stiamo tutti aspettando.-

            Ci fu una risposta dall’altra parte e quindi Dum Dum tuonò col suo vocione:

-Cosa?-

            Tutti si voltarono a guardarlo e lui fece il suo sguardo più cattivo poi proseguì:

-È questo quel che ti ha detto? E tu gli credi?-

<<Non ho nessun motivo per non farlo, vecchio diffidente tricheco.>> ribatté Nick <<Il ragazzo avrebbe potuto sparire invece mi ha cercato. Sì, gli credo.>>

-Ok… che intendi fare?-

<<Scoprire chi c’è dietro questa storia e fargli male, molto male.>>

            Dum Dum non avrebbe potuto essere più d’accordo.

 

Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. Turtle Bay, Manhattan, New York. Quando mi svegliai, ebbi per un attimo la sensazione di essere finito in paradiso poi capii che la bella donna bionda dai penetranti occhi azzurri che mi stava guardando non poteva essere un angelo: gli angeli non indossano l’uniforme dello S.H.I.E.L.D.

         Un medico stava finendo di suturarmi la ferita alla spalla. Doveva avermi dato un anestetico perché non provavo dolore e mi sentivo un po’ intontito.

-Ecco fatto.- disse -Per fortuna la lama non ha leso i tendini. Un po’ di giorni di riposo e potrà usare il braccio come prima, Agente Juniper.-

-Grazie.- mormorai.

         Nick mi aiutò ad alzarmi.

-Sarai mio ospite per qualche giorno, ragazzo.- mi disse -E non dirmi di no.-

-Non ci penso nemmeno.- ribattei poi aggiunsi con voce cupa -Ho combinato un bel pasticcio, Nick, ti ho deluso.-

-Questo fallo giudicare a me, ragazzo ed ora raccontami tutto.-

         Fu esattamente quello che feci durante tutto il viaggio per l’appartamento di Nick, senza omettere nulla. Alla fine lui scosse la testa e commentò:

-Hai ragione, ragazzo: è davvero un bel pasticcio ma la colpa non è tua, credimi.-

-Se lo dici tu, Sergente…-

Nick sogghignò nel sentirsi chiamare così.

-Credi che sia morta? La vera Valentina, intendo.- gli chiesi ancora.

Nick strinse le labbra e rimase in silenzio qualche secondo prima di rispondere:

-Non lo so, ma voglio scoprirlo.-

-Se dietro a tutto non ci sono i Russi come credevamo, chi pensi che…?-

         Mi addormentai di colpo e mi persi la sua risposta.

 

Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. Turtle Bay, Manhattan, New York qualche tempo dopo. In una carriera come la mia, sono tanto gli aspetti stressanti ai quali bisogna fare l'abitudine. Per esempio, ormai sono più che abituato a gestire tanto la morte di persone a me vicine, quanto il loro eventuale ritorno dal regno dei morti nelle più svariate modalità. Ne è la prova il modo in cui ho reagito al ritorno in scena del mio vecchio amico "Junior" e all'assassinio, da parte sua, del clone di Valentina, che per quel che ne sappiamo potrebbe essere stata l'ultima occasione di rivederla in carne ed ossa.

Quello a cui temo non farò mai il callo, temo, è il fardello dei segreti che devo portare come Direttore dello SHIELD. Segreti di cui, perlopiù, non posso mettere a parte i miei più fidati amici e collaboratori.

Jonathan aveva appena riferito a quello che i maligni chiamano il mio “cerchio magico” tutta la faccenda ed aveva creato non poco sconcerto, come prevedibile. Nessuno si fece remore a rincarare la dose non appena gli chiesi di lasciare la stanza:

-Hai davvero intenzione di affidare un'operazione così delicata a Juniper? Lungi da me fare discriminazioni, ma la sua esperienza risale a tempi preistorici... ed è un clone.- mi rimproverò ancora Gabe Jones.

Se gli agenti di grado inferiore potessero assistere al modo in cui i miei più stretti collaboratori mi tengono testa, perderei molta della mia autorevolezza. Non che sia un problema.

-Questo è il male minore - gli si sovrappose Dum Dum - Rimane il fatto che tu... e George, per certi versi... abbiate gestito questa patata bollente in totale segretezza.-

-Siamo agenti segreti, Dum Dum, e se mi conosci sai bene che se non ti ho informato è stato per validi motivi. Compreso, ripeto, il rischio che ci fossero cloni infiltrati tra noi. La nostra tecnologia è avanzata, ma i tempi tecnici per i controlli a tappeto non sono stati sormontabili.-

-Se lo dici tu... alla fin fine, l'ultima parola spetta sempre a te.-

            La tensione nell'aria si tagliava  a fette. Neanche loro avrebbero mai fatto l'abitudine a separare i rapporti personali dalla gerarchia. Saremmo disumani, più di un robot, se fossimo in grado di vivere in compartimenti stagni.

In più, potevo averli rassicurati sul fatto che eravamo tutti “puliti”, ma la questione dell'infiltrazione lanciava nuove ombre di sospetto, diffidenza e psicosi, com'era inevitabile che fosse, ed era lo scenario che avevo voluto rimandare il più possibile.

-Ora le priorità sono cambiate: l’eliminazione dei cloni passa in secondo piano perché bisogna scoprire l’identità dei nuovi cloni e risalire ai mandanti.- dissi.

-Siamo sicuri che si tratti dell’Hydra?-

Se avessi potuto parlarle nella mente, avrei suggerito a Laura di non porre dubbi del genere. Io non avevo problemi sul passato, so distinguere una persona dalla sua famiglia, ma il fatto che la figlia di un ex Hydra Imperiale ponesse la questione avrebbe potuto insospettire anche i più ben disposti nei suoi confronti. E già doveva fare i conti con il peso della nostra relazione.

-Non è solo una questione d'istinto, è una mera questione di calcolo delle probabilità, basata sulla conoscenza delle loro operazioni passate e del loro modus operandi - risposi a lei, per rispondere a tutti -E sono le statistiche ad alimentare le speranze che Valentina e altri... personaggi sostituiti siano ancora vivi: ho esaminato tutti i casi simili precedenti e nella quasi totalità, per motivi tecnici o irrazionali, i criminali di turno hanno tenuto in vita gli obiettivi che hanno sostituito tramite cloni, androidi o mutaforma. In particolare c'è un significativo precedente a favore: l'affare Deltiti.-[3]

Bastò evocare quel nome perché i volti di tutti i presenti si rabbuiassero. Che l'avessero vissuta sulla propria pelle o che gli fosse stata raccontata, era una vicenda che aveva il sapore della leggenda nel nostro ambiente.

-Quindi è in cima alle nostre priorità verificare anche questa ipotesi. Ad ogni modo, ho deciso di affidare il comando dell'Operazioni Cloni al Comandante Brown, che affiancherà Juniper in modo da rispondere alle preoccupazioni del Direttore Jones - annunciai, con una formalità persino eccessiva per il contesto -Sei disponibile, Laura?-

La conoscevo ormai abbastanza da leggerle in faccia alcuni dubbi che la tormentavano. Perché avevo scelto lei? Era all'altezza dell'incarico? Era' la persona giusta? Se la stavo frequentando, non era solo perché era una bella donna, ma perché nonostante tutto aveva carattere.
-Certo, Direttore.  Rispose infine.

 

Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., New York. Qualche settimana fa. Laura Brown non sapeva se essere contenta o preoccupata del fatto che Nick Fury avesse deciso di affiancarla al clone di Jonathan Juniper nella caccia agli altri cloni.

-Howling Wolf? Sarebbe questo il nome in codice che ti saresti scelto?- chiese rivolta a Juniper con una smorfia sul suo bel viso.

-Ho pensato che Junior non mi si addicesse più ma volevo comunque qualcosa che ricordasse le mie radici con gli Howling Commandos.- rispose con un sorriso franco il giovane biondo.

-Io ti chiamerò Jon, o Juniper, ma scordati Howling Wolf

-Me ne farò una ragione. Qual è il piano, Comandante?-

-Puoi chiamarmi Laura, evitiamo i formalismi. Nick si fida di te ed io mi fido ciecamente di Nick.-

-Tu e Nick siete… molto amici, mi pare di capire.-

            Laura si lasciò scappare una risatina e replicò:

-Sei proprio un ragazzo degli anni '40. Volevi chiedermi se vado a letto con Nick? La sola cosa che intendo rispondere è che la mia vita privata non ti riguarda.-

-Capito. Non farò più domande.-

-Voglio che tu capisca che non ho avuto quest’incarico per una sorta di favoritismo. Ne avrei fatto volentieri a meno.-

            Ma hai comunque timore che gli altri lo pensino, rifletté Juniper, posso capirlo.

-Dovrai presentarmi la tua squadra segreta.- disse ancora Laura.

-Non sarà facile.- replicò Jonathan -Non amano molto farsi vedere ed almeno un paio di loro non collaborerebbero se non fossero costretti.-

-Non m’importa, li voglio tutti qui: ci sono diversi punti da chiarire.-

-Agli ordini, Comandante.

            Parlando, i due avevano raggiunto la fine di un corridoio e si fermarono davanti ad una porta blindata. La scansione della retina di Laura ne provocò l’apertura.

Juniper e Laura entrarono in una specie di laboratorio dove un uomo dal fisico massiccio e i capelli rossi che indossava un camice bianco era intento ad esaminare una figura sdraiata su un lettino.

-Tutto a posto, Dottor Dugan?-

-Direi di sì.- rispose Timothy Aloysius Cadwallader Dugan Jr. vice capo della sezione scientifica -La paziente è decisamente in forma.-

-Diciamola tutta… io mi sento benissimo.- replicò sedendosi sul lettino e stendendo le gambe lunghe e affusolate la Contessa Valentina Allegra De La Fontaine.

 

Mosca. L’Acquario, sede del G.R.U.[4] Il Vice-Ammiraglio Arkady Pavlovitch Bezukhov Vice Direttore del G.R.U., aveva appena ricevuto delle cattive notizie e quanto siano gravi glielo si leggeva in faccia.

-La notizia è sicura?- chiese all'uomo davanti a lui.

-Sì, Compagno Ammiraglio.- rispose l'ufficiale -Hanno cercato di farle passare per morti del tutto casuali ma è chiaro che qualcuno ha preso a bersaglio i cloni che abbiamo infiltrato negli Stati Uniti. Anche l'assassinio del Generale Shelkov lo conferma.-

-Sono stati scoperti.- convenne Bezukhov. -Voglio saperne di più e alla svelta. L'intera operazione potrebbe essere compromessa ormai e dobbiamo cercare di contenere i danni.-

            Un'altra delle brillanti idee di Yuri Stalyenko rivelatasi un disastro, pensò amaramente Bezukhov

 

         Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. Turtle Bay, Manhattan, New York. Valentina mi guardò con i suoi occhi blu e disse:

-Sembra che tu abbia visto un fantasma.-

         In un certo senso era così: sapevo che non poteva essere la vera Valentina ma l’illusione era perfetta.

-Sono solo felice di rivederti.- riuscii a balbettare.

-Quindi non hai una pistola in tasca, capisco.- replicò lei maliziosamente -Ora scusami, tesoro, ma ho molto da fare, sai… la dura vita di un Vice Direttore Esecutivo.-

         Sembrò accorgersi solo ora della presenza di Laura Brown e le disse sorridendo:

-È sempre un piacere vederti, Comandante Brown.-

         Uscì dalla stanza ed io esclamai:

-Incredibile!-

-LMD.[5] Di ultima generazione.- spiegò Laura -Praticamente indistinguibili da un vero essere umano. Ci puoi perfino fare sesso e non notare la differenza, così mi hanno detto.-

         La cosa mi strappò una smorfia, era un pensiero inquietante. Io avevo fatto sesso con la vera Valentina… o forse era sempre stato il suo clone? Laura sembrò intuire a cosa stavo pensando perché mi guardò in modo strano.

-Gaffer[6] ed io siamo abbastanza orgogliosi del nostro lavoro- intervenne il Dottor Timothy Aloysius Cadwallader Dugan Jr.

         Ancora stentavo a credere che quell’omone dai capelli rossi e il fisico da peso massimo fosse il figlio del vecchio Dum Dum ed ancor più che avesse scelto di diventare uno scienziato.

-Abbiamo usato l’ultimo backup della memoria della Contessa e poi inserito falsi ricordi degli ultimi giorni.- spiegò ancora.

-Quindi lei non sa…-

-… di essere un LMD? No. Volevamo che agisse con la massima naturalezza possibile. Nick è stato chiaro in proposito.-

-E i suoi ricordi sono precedenti alla sostituzione? Voglio dire…-

-Pensiamo di sì. Naturalmente non abbiamo la certezza assoluta.-

         Un altro pensiero inquietante. Quanto mi ci sarebbe voluto per abituarmi alle meraviglie del Ventunesimo Secolo?

 

            Covo segreto dell’Hydra. Il Barone Strucker, Supremo Hydra, aveva convocato d'urgenza nel suo gabinetto i due membri del triumvirato con cui gestiva la più antica, longeva e potente associazione terroristica del pianeta. Aveva poc'anzi ricevuto una comunicazione criptata da un obiettivo sensibile e non poteva fare a meno, anche se avrebbe tanto voluto altrimenti, di condividerla con i suoi alleati:

-Abbiamo ricevuto notizie significative dalla mia talpa: il clone della Contessa è stato scoperto ed eliminato. In più è stato banalmente sostituito da un LMD.-

-Quindi il complotto dei cloni è stato scoperto. Un altro fallimento - osò lamentare l'Hydra Imperiale. Se lo faceva, era perché era nella posizione di poterlo fare. Il suo pensiero era condiviso da molti, eppure era blasfemia concepire che la direzione dell'Hydra da parte di Wolfgang non avesse che affastellato sconfitta dopo sconfitta e che un ricambio al vertice sarebbe stato urgente. L'imputato finse solo fino a un certo punto di ignorare quel sottotesto:

-Non proferire quella parola in presenza delle mie orecchie. Solo i perdenti vedono fallimenti piuttosto che nuove opportunità. Non avevamo dubbi che Fury ne sarebbe venuto a conoscenza, l'unica variabile era: quando?-

-Era già tutto previsto - gli dà man forte Madame Hydra - Ora dobbiamo solo passare alla fase successiva del piano.-

-Esatto. Ed è per questo che ho convocato anche i miei ragazzi.-

            L'Hydra Imperiale inarcò le sopracciglia al riparo del suo cappuccio. I Fenris erano una mina vagante per la loro organizzazione e l'unico motivo per tollerare il loro coinvolgimento era solo accondiscendere il Barone.

-Me ne occuperò personalmente.- disse infine.

-E confido che farai un buon lavoro.- puntualizzò il Supremo Hydra.

            Era esattamente la sua intenzione.

 

 

CONTINUA SU NICK FURY AGENTE DELLO S.H.I.E.L.D. #9

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Torna dopo due anni abbondanti di sospensione la serie di Nick Fury per chiudere le trame rimaste in sospeso. Ringraziamo doverosamente Andrea Garagiola per l’ottimo lavoro fin qui svolto.

            Alcune precisazioni doverose:

1)     Le vicende di quest’episodio si svolgono in parallelo a quelle di Capitan America #92 che vi consigliamo del tutto disinteressatamente di leggere. -_^

2)     Timothy Dugan Jr. è una creazione del sottoscritto.

            La storia continua sul prossimo episodio e su Capitan America #93, ma il gran finale sarà proprio qui. Non mancate.

 

 

Carlo & Mickey



[1] Ovvero il padre dell’attuale Barone Zemo

[2] Su Sgt. Fury and his Howling Commandos #4.

[3] Vedi la classica miniserie Nick Fury vs S.H.I.E.L.D.

[4] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.

[5] Life Model Decoy, androidi sofisticatissimi in uso allo S.H.I.E.L.D.

[6] Sidney E. Levine, soprannominato Gaffer, Direttore della sezione scientifica dello S.H.I.E.L.D.